RIPARTIRE DALL'INIZIO. RIPARTIRE DALL'ACQUA.

inserita il 17/06/2012 - da: LUCA SCIACCHITANO

Quando ci si perde, quando non si sa perchè le cose vanno male, quando le soluzioni prospettate sembrano non funzionare, spesso può essere utile ritornare all'inizio.

Ritornare alle basi, al punto di partenza, a volte può essere un modo per "resettare" tutto, rifocalizzarci e ripartire.

Noi guardiamo la nostra città e vediamo che è piena di problemi. Vediamo che ci sarebbero centinaia di cose da sistemare ed alcuni addirittura ci mettono la faccia, il tempo e le risorse focalizzandosi sull'obiettivo di cercare di risolvere quel dato problema.

Ma quando tutto sembra non funzionare e restare fermo, forse arriva il momento di interrogarsi se, prima di fare quella determinata cosa, sistemare quel determinato problema, non sia forse necessario fare un passo indietro ed osservare se esistono questioni ancora più fondamentali che impediscono il realizzarsi di problemi... diciamo ... di un livello superiore.

E allora si parla di CIE, di diritti dei lavoratori, si parla di democrazia diretta, di città intelligenti e di cultura nei quartieri popolari, perfino di turismo e modi per promuoverlo.
Poi si fa un passo indietro, si osserva il tutto da un'altra angolazione e ci si rende conto che non ci può essere nessuna città intelligente se non c'è acqua per tutti tutti i giorni.
E nei CIE scoppiano le rivolte che verranno soppresse brutalmente se non c'è acqua per tutti tutti i giorni.
Ed i quartieri non assimileranno nessuna cultura se sono costretti a vivere nell'anti-cultura dei diritti umani che vieta acqua tutti i giorni per tutti.
E che dire di un turista che non può lavarsi o di un gestore che è costretto a comprare autobotti ammortizzando il costo nel prezzo del soggiorno?

E gli uomini di destra? Quelli di sinistra?
Gaber diceva che la doccia è di sinistra mentre il bagno è di destra. Ma l'acqua la usano entrambi dico io!

Allora, io credo che la prima ed unica battaglia che in questo momento vada combattuta, quella che deve unire tutti e non può dividere nessuno per piccoli tornaconti, antipatie o invidie, sia quella per avere finalmente l'acqua come (quasi) tutte le città italiane e del mondo.

Non voglio fare filosofia da bar, ma credo che in determinati momenti storici (di solito ai cambi generazionali) ci si renda conto che alcune cose del passato diventano semplicemente inaccettabili.
Le abitudini dei nostri padri (il malcostume a cui si erano rassegnati) possano e debbano cambiare con le nuove generazioni.

Per carità... fra 30 anni poi saremo noi ad esserci malamente abituati a malcostumi ed ingiustizie.
Ed i nostri figli prenderanno in mano la situazione, così come dobbiamo fare oggi noi, e così come hanno fatto 30 anni fa i nostri padri e prima ancora i nostri nonni, e cambieranno il nostro malcostume in nuove lotte di civiltà.

Io credo che sia arrivato il momento, al mutare della marea storica/politica italiana, che noi ci si incazzi su uno dei pilastri della civiltà: l'acqua.

Con 5 ragazzi abbiamo iniziato un percorso il cui scopo finale sarà un ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo per diffidare Stato, Regione, Province e Comuni ad adempiere le normative europee in tema di acqua.

Già in passato la Corte Europea ha distribuito multe e diffide ai vari stati europei sul tema del mancato rispetto delle normative europee sul tema dell'acqua (scarsità, eccessiva concentrazione di specifici elementi, non adeguamento degli impianti etc.).
Quindi non siamo alieni che scendiamo dalla luna, ma ci basiamo su fatti documentati esistenti.
Ci rivolgiamo alla corte europea che non guarda in faccia nessuno, non al tribunale di Xitta.
E, nel caso in cui la corte dovesse riconoscere la violazione delle normative, intimerà le amministrazioni interessate ad adempiere pena, probabilmente una super multa come le tante comminate agli stati europei per varie inadempienze.

E, a seconda dell'ammontare della multa (la Lombardia è stata multata per un miliardo di euro sul tema dell'acqua) per non pagare la multa, allo Stato potrebbe convenire di più realizzare gli impianti idrici nella provincia di Trapani a livello delle altre città italiane ed europee.

E noi finalmente risolveremmo il nostro problema da soli piuttosto che affidarci ai soliti politici imbonitori da campagna elettorale che da 50 anni speculano sull'acqua per raccattare voti.

La politica ha fallito.
Adesso ci pensiamo noi cittadini.

 

 

 

© 2010 Luca Sciacchitano
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