inserita il 09/11/2011 - da: LUCA SCIACCHITANO
Man mano che si avvicinano le elezioni ho notato che il clima politico si incattivisce.
Laddove c'erano prima spazi di dialogo, tutto sommato disinteressato ed hobbistico, ecco che iniziano ad intravvedersi interessi politici celati dietro ogni parola, dietro ogni frase.
Il metro di misura di quanto le elezioni siano prossime è inversamente proporzionale alla capacità di dialogare serenamente con persone di pensiero diverso dal nostro.
In queste ultime settimane mi sta diventando impossibile avere un dialogo sereno, sulle idee e sui contenuti con i "compagni" della sinistra. Ieri sera, poi, con la "caduta" di Berlusconi, è diventato impossibile anche parlare con il "popolo" della destra.
Le tifoserie sono troppo accese, si vede il sangue negli occhi degli uni e degli altri e diventa impossibile parlare di dati, numeri e fatti e tutto diventa propaganda ed ideologia.
Si perchè io sono convinto che la realtà sia come un dado. Il classico dado da gioco.
C'è chi riesce a vedere una faccia del dato, chi ne riesce a vedere 2, chi 3. Ma non tutti hanno la capacità di prendere questo dado e rigirarselo fra le mani per osservarlo da tutte le angolazioni perchè la maggior parte delle persone pensa che le facce del dado che stanno guardando o sono le uniche possibili (non esistono altre facce dall'altro lato del dado) oppure sono convinti che la somma delle facce che vedono loro sia il numero più alto ottenibile.
A me invece piace rigirare quel dado fra le mani e cercar di scoprire combinazioni indedite cercando fra i numeri, le statistiche, i dati ed i fatti, come quel dado potrebbe essere posizionato per dare il maggior risultato per il maggior numero di persone, senza distinzione fra lavoratori, imprenditori, cattolici, musulmani, giovani, anziani, popolo della destra o compagni della sinistra.
Perchè ad un problema esistono diverse soluzioni e la bravura sta nel trovare le soluzioni che diano maggiori risultati ben consapevoli che un sistema vive di equilibri e quindi se modifichi quegli equilibri potresti trovarti che il bilancio degli effetti negativi sia maggiore degli effetti positivi che ti eri proposto.
Per questo non puoi dare troppo "potere" al lavoratore perchè costringi l'azienda a delocalizzare e lasciare quindi il lavoratore disoccupato e senza soldi per comprare i beni dell'azienda che fallirebbe. Di contro, non puoi dare troppo "potere" all'azienda perchè ti ritroveresti dei lavoratori sottopagati e scontenti che a loro volta non avrebbero i salari per comprare i beni dell'azienda che fallirebbe.
Allora serve un giusto equilibrio fra azienda e lavoratore dove i ruoli siano ben chiari e dove tutti siano tutelati secondo giustizia: l'impresa che è proprietaria ed è libera di decidere chi assumere, quando assumere e come assumere. E dall'altra parte il lavoratore che deve essere tutelato, per esempio con un sistema di compensazioni variabili che aumentano all'aumentare della precarietà del proprio contratto. Cioè: se hai un contratto blindato che ti garantisce il lavoro prenderai meno di stipendio, se invece hai un contratto più flessibile prenderai di più di stipendio. E nel caso di licenziamento al lavoratore spetta un paracadute economico molto più consistente di quello attuale (a carico dell'azienda) in maniera tale che l'azienda deve essere molto motivata per licenziare un lavoratore perchè gli costerebbe (ipotesi) 12 mesi di stipendio + TFR.
Questo è solo un esempio, ma fa capire come non esistano soluzioni di "destra" o soluzioni di "sinistra" perchè l'equilibrio di un paese si basa sulla ripartizione dei diritti fra tutti gli attori in gioco così come negli ecosistemi naturali, dove se togli di mezzo il leone cattivo che mangia le antilopi, dopo pochi anni le antilopi si saranno moltiplicate a dismisura distruggendo la base della catena alimentare e quindi auto-estinguendosi.
Un pò come nella tragedia dei beni comuni di Hardin che ci dimostra che servono dei contrappesi per poter tutelare anche la nostra esistenza.
E in un clima incattivito, da tifoserie prima del derby, come fai a cercare di spiegare che "destra" e "sinistra" sono le due facce del nostro benessere?
P.S. In ogni discussione politica che affronto mi si rivolge sempre più spesso "l'accusa" di parlare di politica perchè mi voglio candidare alle prossime elezioni. Non si preoccupino i futuri tronisti perchè la possibilità è estremamente remota. Il mio obiettivo è restare con la mia famiglia a fare il mio lavoro e non dover litigare con mezza cittadinanza. Parlo di politica come hobby, a tempo perso perchè lo trovo un argomento interessante soprattutto quando trovi le persone interessanti e preparate con cui scambiare stilettate intelligenti e sagaci. Ovvio che se qualcuno si presentasse con un progetto serio ed un programma serio e mi dicesse "Caro Luca, sei una persona in gamba, intelligente, agguerrito e con delle belle idee: noi puntiamo su di te e ti portiamo i voti e non c'è bisogno che tu ti iscriva al nostro partito: puoi conservare la tua autonomia intellettuale" non direi di no. Ma visto che nessuno verrà mai a farmi questo tipo di discorso ma anzi, verranno (se verranno) da me per chiedere di riepirgli la lista e portargli qualche voto, questa prospettiva è totalmente fuori dal mio interesse. Pertanto rassicuratevi tutti, sono solo un commentatore che non vi porterà via nessun voto se non quelli che, con le vostre azioni vi porterete via da soli.
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