REAZIONE A CATENA NELLA BUONA POLITICA.

inserita il 15/10/2011 - da: LUCA SCIACCHITANO

Mi concedo qualche riflessione astratta e "filosofica" analizzando alcuni avvenimenti di questi giorni.

Il senatore D'Alì, tramite il ministro della Difesa La Russa, porta a casa il risultato di sbloccare l'empasse che avvolgeva l'aeroporto di Trapani consentendo quindi la programmazione estiva al presidente dell'Airgest Salvatore Ombra.
L'autorizzazione del ministero della Difesa consentirà quindi, se ho capito bene, di avere per l'estate 2012 gli stessi voli dell'estate 2010 (quella quando non c'era "la guerra") con un bonus del 10% di voli in più.

Questo ha portato, ovviamente, ad una sovra-esposizione mediatica di Antonio D'Alì e del suo gruppo che di sicuro avrà indispettito la sua (di D'Alì) più diretta concorrente politica: Giulia Adamo.

Ed infatti, in una spirale virtuosa di concorrenza politica, il giorno dopo la notizia della "vittoria" di Antonio D'Alì, ecco mettersi in movimento la macchina politica della Adamo che preannuncia che i 2 milioni destinati all'aeroporto, provenienti dai fondi regionali, sono in dirittura di arrivo.

Fermo restando il beneficio del dubbio, lo stesso concesso ad Antonio D'Alì quando parlò di riapertura dell'aeroporto (perchè una cosa sono gli annunci ed un altra sono poi i fatti).
Dicevo, fermo restando quanto detto sopra, questo botta e risposta tra concorrenti politici mi porta ad una riflessione sulla buona politica.

La buona politica è per l'appunto questo, la concorrenza positiva che si ingenera fra politici per fare prima e meglio degli altri.
Una concorrenza che si basa sui fatti e non sulle dichiarazioni.

Purtroppo, per molti è estremamente più semplice rilasciare solamente dichiarazioni, di solito di natura demolitiva, piuttosto che porre in essere fatti ed iniziative utili per la collettività.

In questo scontro fra D'Alì e la Adamo, figure di indubbio rilievo, qualunque sia il nostro orientamento politico, del panorama politico trapanese, abbiamo un buono scambio di stilettate che tendono a basarsi sui fatti e questo va a tutto vantaggio del territorio.

Infatti, nel loro tentativo di acquisire consenso l'uno sull'altro, stanno operando azioni virtuose nei confronti del territorio a beneficio di tutti.
Questa, secondo me, è la buona politica e questo, secondo me, rende superfluo specificare a quale sigla o franchising politico appartengono le persone che stanno attuando queste iniziative a beneficio (egoisticamente parlando) mio e della mia "sachetta".

E, a conclusione del ragionamento di sopra, ne approfitto per percorrere un breve sentiero concettuale per esprimere un'altra riflessione.
Ovvero che sarebbe il caso (mi rivolgo ad una specifica area politica/sociale... chi se la sente, se la sente) di rivalutare il sano edonismo individualista sorpassando la teoria del bene comune e della "ragion di stato" dove, in nome di virtù auliche, in tanti pagano e fanno sacrifici per mantenere i vantaggi agli stessi fautori della "ragion di stato": di coloro che chiedono di fare i sacrifici a loro personale beneficio.

Iniziamo invece a pensare a noi e ai nostri interessi.
Dopo ci guardiamo intorno e vediamo se altre persone hanno gli stessi nostri interessi, così che da un interesse individuale si arrivi ad un interesse collettivo.

A questo punto noi stessi, siamo diventati un movimento di interessi comuni che può diventare un'associazione oppure un partito, oppure, se già esiste, si può aderire ad un movimento o partito che promulghi i nostri interessi.

Perchè solo con le idee chiare e la comunione di intenti si può attuare "la buona politica".
Quella che non vince e non perde perchè se la si attua, si vince tutti, ovvero si ottiene di vedere realizzati i propri interessi che esistevano a monte.

Faccio un esempio, per capirci meglio.
Io voglio che ... (per esempio) si apra un centro commerciale ... così posso trovare lavoro.
Mi unisco con altre 100 persone che vogliono quello che voglio io.
Ci uniamo in un partito o in un'associazione dal nome ... "Lavoro per Tutti".
Perdiamo le elezioni ma, grazie alla forza dei numeri che rappresentiamo, riusciamo ad ottenere l'apertura del centro commerciale e ci impieghiamo tutti e 100 così come era il nostro obiettivo iniziale.

E' logico che, se si ha chiara la meta dove si vuole arrivare, diventa più facile tracciare un percorso per arrivarci.

Quindi credo che la buona politica passi dall'avere ben chiaro cosa si vuole fare e quindi lavorare per farlo.
E, lungo la strada, potrà perfino capitare di fare un tratto di strada insieme a quello che si considerava il proprio "nemico", perchè lo scopo comune e la meta da raggiungere è il faro che illumina il cammino.
Il resto è contorno, franchising politico e puro protagonismo fine a se stesso.

 

 

 

© 2010 Luca Sciacchitano
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