inserita il 15/09/2011 - da: LUCA SCIACCHITANO
Non proprio, però di certo è l'oggetto del contendere.
Parlo ovviamente delle amministrative e del dibattito che sta nascendo nella base della sinistra.
Fondamentalmente, mi sembra di aver capito che nell'area di Trapani ci siano 2 correnti di pensiero: - Quella del PD e di SEL (su quest'ultimo partito non vorrei sbagliarmi perchè non ho ben chiara la posizione) che credono che sia possibile realizzare alleanze di coalizione guardando verso il 3° polo (UDC, MPA e se ci sta - ma dubito - FL) - Quella della sinistra più radicale (Rifondazione in testa, ma anche IDV e PSI) che pensano che snaturare il DNA della sinistra con alleanze "contro natura" sia un tradimento.
Io rispetto la posizione della sinistra dura e pura, ma personalmente (mia opinione che può anche essere sbagliata, ma tale mi frulla per la testa) credo che questa posizione sia anacronistica, ma anche fuori luogo.
Fuori luogo, nel senso che è sbagliato il luogo a cui si fa riferimento. Infatti, se da una parte posso capire nostalgie ideologiche sulle votazioni nazionali, trovo che il luogo delle ideologie non sia di certo il contesto amministrativo.
Perchè alle amministrative si deve parlare del pragmatismo amministrativo e non delle filosofie politico/sociali. Il recinto di movimento e l'ambito dei problemi sono abbastanza limitati e comprendono tematiche che non hanno colore politico.
La differenziata è una necessità e Napoli ci insenga. L'acqua manca in tutto il territorio e non c'è ideologia migliore o peggiore per intervenire su questo tema. I settori produttivi sono: turistico, lapideo, primario (agricoltura), vitivinicolo e un pò di negozi e negozianti. I quartieri degradati sono sempre i soliti ed anche lì servirebbe un progetto o un'idea per riqualificarli e, in alcuni casi, metterli in sicurezza.
Insomma, alle amministrative c'è poca ideologia e molto pragmatismo. Problemi che non si risolvono con metodi di "destra" o di "sinistra" ma con una progettazione ed un non facile reperimento di risorse.
Semmai, di destra o di sinistra, potrebbe essere il modo di relazionarsi con le cosiddette "clientele" elettorali, ma anche lì, non è che veda molta differenza in questo furbo malcostume politico.
Qualcuno, per dare sostegno alla teoria della coalizione strettamente di sinistra ha ventilato la provocazione di allearsi direttamente con il Senatore D'Alì se proprio si vuole vincere a tutti i costi.
E qui la provocazione la faccio io, in un mondo utopico e di fantasia...
Se il Senatore D'Alì appoggiasse il candidato sindaco della sinistra, ne condividesse i progetti e gli obiettivi e si impegnasse a reperire i fondi presso il Governo per finanziare gli investimenti e le infrastrutture necessarie?
Ovviamente la questione è puramente retorica perchè ognuno sta dal proprio lato della barricata curando i propri personali interessi: D'Alì cura i suoi e le forze di sinistra curano le loro.
Però questo esempio dovrebbe fare riflettere sulle priorità: è più importante mantenere le identità culturali ed ideologiche separate o è più importante portare a casa i risultati per lo sviluppo del territorio?
E' una questione interessante che ovviamente non ha una risposta bianco/nero ma esistono sfumature di grigio che possono portare ad accettare alleanze non ideologicamente compatibili, ma che permettono di portare a casa il risultato.
Anche perchè, ideologie a parte, i risultati possibili sono solo 2: - si vince e si amministra plasmando il territorio secondo il nostro ideale di giustizia, equità, sviluppo, diritti. - si perde e non si amministra e gli altri plasmano il territorio secondo il LORO ideale di giustizia, equità, sviluppo, diritti.
E dire "sono rimasto duro e puro" sarà una magra consolazione quando poi vedremo affermarsi gli altrui "valori".
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