inserita il 20/06/2011 - da: LUCA SCIACCHITANO
Ieri il comune di Erice ha saltato il giorno di erogazione dell'acqua e questa mattina l'acqua è arrivata per un'ora con grandi lamentele da parte dei miei vicini di casa.
La settimana scorsa siamo andati ad esprimerci sull'acqua attraverso un referendum nazionale.
In questo referendum, sindaco di Erice, come gli altri sindaci e più degli altri sindaci, si è prodigato affinchè il "SI" vincesse, ovvero che la gestione restasse in mano ai comuni.
In spirito collaborativo, ma senza fare sconti, vorrei chiedere al sindaco di Erice, Giacomo Tranchida qual'è quindi il suo progetto sull'acqua per il territorio di Erice.
E' evidente che un sindaco che spende tempo e risorse per far sì che l'acqua rimanga un bene gestito dal comune pensa di poter fare bene e meglio di un privato.
Allo stato attuale l'acqua arriva nelle case, se tutto va bene, 12 giorni al mese e questo, onestamente, possiamo dire che non è "fare bene".
Con i dati in mio possesso, il comune di Erice ha una perdita del 48% sulla rete. E questo non è fare bene e meglio.
Il comune di Erice, sempre secondo i miei dati, prende il 6% dell'acqua da fonti naturali (Montescuro, acqua chiara e scura) ma il 94% è dipendenza dal dissalatore . E, come sappiamo il dissalatore si rompe a candenza mensile facendo pesare questa dipendenza sui cittadini.
(Piccolo appunto, il dissalatore è gestito da Sicilacque spa, società mista al 75% privato)
Sempre secondo le notizie riportate sul sito dell'ATO Idrica, la capacità di accumulo attuale è pari a 3.920 m3. Significa che, se si aumentassero le riserve, sarebbe possibile accumulare più acqua che quindi durerebbe di più nei periodi di "secca".
Ora.... In vista delle elezioni dell'anno prossimo, dove Tranchida si candiderà (centrosinistra riottoso permettendo), da cittadino con dei problemi gli faccio una domanda aperta: qual'è il suo progetto per l'acqua?
Aumentare le riserve? Riparare le condutture? Fare pressione a livello provinciale o regionale affinchè si costruisca un secondo dissalatore e quindi fare terminare la dipendenza monopolistica sull'acqua? Scavare nuovi pozzi? I soldi ci sono? Dove li troverebbe? In che tempi si potrà iniziare a lavorare sul problema?
Credo siano domande legittime alle quali, il futuro (ed attuale) candidato sindaco potrebbe dare risposta.
(Questo articolo è stato inviato per e-mail al Sindaco di Erice.)
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