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inserita il 19/04/2011 - da: LUCA SCIACCHITANO
La stagione turistica si avvicina e, come ogni azienda impegnata nel settore, inizia il periodo in cui le maggiori attenzioni ed energie vanno concentrate sul lavoro.
Ci sarebbero tanti argomenti da affrontare: la questione della tendopoli di kinisia alla luce dei recenti permessi di soggiorno temporanei, la lenta ma inesorabile caduta di IDV che si avvicina pericolosamente al quorum del 4% , sia nei sondaggi di IPR sia nei sondaggi di La7. Altro argomento rapidissimo è di come, in periodo pasquale e quindi turistico, la funivia risulti chiusa i lunedì.
Tanti argomenti, poco tempo a disposizione sui quali devo attuare delle scelte.
Scrivere un articoletto, un pensiero, può portare via anche 1 ora e, su 8 ore giornaliere lavorative, è una bella fetta di tempo (e di denaro) che si sottrae alle proprie tasche.
E, come detto prima, bisogna quindi attuare delle scelte.
Qualche giorno fa, un mio amico mi ha riportato alla mente il mito della caverna di Platone, ovvero l'impossibilità (o l'estrema difficoltà) che esiste nel fare capire agli altri il proprio punto di vista se non si hanno delle piattaforme comuni di partenza.
Ho impiegato molto tempo e molte risorse studiando Marausa Lido e cercando di coinvolgere i ragazzi di Marausa in un progetto che portasse alla rivalutazione della stessa.
Avevo perfino fissato un incontro con una decina di persone, tutte entusiaste e partecipi (per lo meno al telefono), delle quali non si è presentato nessuno.
Oppure la manifestazione per l'aeroporto dove si sono presentate poche centinaia di persone tra Trapani e Marsala.
Ma allora per cosa ci si sbatte? per cosa ci si impegna se poi, alle stesse persone che si cerca di aiutare non interessa essere aiutate? Anzi, se insisti troppo rischi pure di venire insultato.
E la mia convinzione diventa sempre più forte: gli italiani NON SONO un popolo sfortunato preda degli eventi. Gli italiani hanno esattamente quello che si meritano.
Hanno esattamente quello per cui combattono ogni giorno: NULLA. Perchè non combattono, non si indignano, non si muovono, non si danno da fare per nulla che non sia il loro piccolo tornaconto.
E l'italiano ha quello che si merita: devastazioni nel lungo periodo in cambio di piccoli tornaconti in fase elettorale.
La promessa di un posto di lavoro (neanche il posto di lavoro... solo la promessa), qualcuno si accontenta di 50 euro, altri di avere "un santo in paradiso". E nel lungo periodo, le economie si disastrano, le certezze svaniscono, le ricchezze si delapidano.
Ma alla prossima tornata elettorale, per altre 50 euro (simboliche), tutti pronti a vendere il proprio futuro "all'amico", eleggendo un incompetente.
Anzi, un "famoso" incompetente. Perchè il sistema elettorale premia il più famoso, non il più bravo. Infatti la selezione avviene per il numero di voti, non per curricula o per punteggio meritocratico. (ma questa è un'altra questione che meriterebbe approfondimento).
Allora l'attivista che fa? Deve operare delle scelte. Cerca di liberare i compagni prigionieri nella caverna di Platone a rischio di essere sbeffeggiato, accusato di arroganza, insultato? Oppure esce dalla caverna da solo e si fa i cazzi suoi?
E' una bella domanda la cui risposta si rinvia. Per adesso sta partendo la stagione turistica e ci sono altre cose da fare.
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