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inserita il 26/03/2011 - da: LUCA SCIACCHITANO
Questa mattina, alla rotonda dell'aeroporto, si è tenuto un incontro di cittadini relativamente alla questione dell'aeroporto.
Erano presenti, oltre ai lavoratori Airgest anche gli operatori turistici oltre al sindaco di Trapani, il sindaco di Marsala ed il senatore D'Alì.
E' stato un bel momento di partecipazione civile in cui, i politici, senza filtri, palchi e microfoni stavano in mezzo alle persone (arrabbiate) ed insieme si cercava una strategia comune. Ed il senatore si è preso la sua bella dose di raffiche di vento freddo esattamente come il precario dell'Arigest.
Fermo restando che nè D'Alì nè la sua parte politica rappresentano il mio voto, devo riportare che questo comportamento mi ha colpito positivamente tanto che io stesso mi sono fatto una bella chiacchierata con D'Alì per fugare alcuni dubbi che avevo rispetto a questa questione aeroporto.
Infatti durante l'incontro si è parlato di chiedere l'apertura totale di Birgi e non quella parziale ventilata per lunedì ma, a quanto pare, già slittata.
Il mio dubbio sorge dal fatto che mi è stato detto che i 4 mastodontici aerei radar presenti a Birgi non possono essere spostati a Sigonella e questo, se confermato, sarebbe un bel pilastro in mezzo alla strada della riapertura totale, che sarebbe difficile da rimuovere. Aggirare si. Rimuovere no.
Fondamentalmente il senatore non mi ha nè confermato, nè smentito la questione nel merito, ma mi ha confermato che indubbiamente Birgi ha delle caratteristiche tecniche che lo rendono preferibile a Sigonella.
A questo punto, se l'aeroporto potrebbe non essere "apribile" nel breve periodo, bisogna valutare tutta una serie di strategie per risolvere i 3 problemi sul tavolo:
1) La stagione turistica e quindi il lavoro degli operatori; 2) I lavoratori Airgest che trovino un impiego alternativo durante questa fase e quindi non perdano il posto; 3) I costi di Airgest che si accumulano di giorno in giorno (a quanto pare, oggi ho saputo che i costi sono stati ridimensionati da 70.000 a 50.000 o forse 30.000 al giorno).
Questi sono i 3 punti principali della vicenda e su questi bisognerebbe intervenire con idee e strategie concrete.
Ovviamente non mi arrogo il diritto di risolvere io tutti i problemi perchè non è possibile, però posso fornire una direzione verso la quale, secondo me, si dovrebbe affrontare la questione.
Più che una manifestazione (giusta e doverosa) bisognerebbe sedersi ad un tavolo e decidere la logistica dell'industria turistica trapanese in questa fase di emergenza.
Per esempio, durante questo incontro ci è stato detto che i turisti che ieri sono arrivati tardi a Palermo sono stati imbarcati sul pulman per essere portati a Trapani e sbarcati a notte fonda davanti i cancelli chiusi dell'aeroporto: in mezzo alle vigne!
Qui stiamo toccando i punti 1 e 2 dell'elenco dei problemi e lo stiamo toccando nella maniera più distruttiva.
Bisognerebbe quindi che il comune approntasse un luogo dove accogliere i turisti, per esempio al city terminal, ed in quel luogo si ponesse una parte dei lavoratori dell'airgest per attuare l'accoglienza al turista.
Di contro. I turisti che arrivano a Palermo, vanno fatti confluire nel territorio di Trapani (di nuovo, al city terminal) nella maniera più indolore e comoda possibile.
Quindi si necessiterebbe di un tavolo tecnico che seguisse la rotta dei turisti in questa fase di emergenza e, lungo quella rotta, identificasse tutte le criticità ed i colli di bottiglia nel trasferimento dei turisti da Palermo alla loro destinazione definitiva.
E laddove si individuassero delle problematiche, utilizzare la risorsa latente dei lavoratori dell'Airgest per riqualificarli temporaneamente e salvare quindi capre e cavoli.
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