IL MONOPOLIO TELEVISIVO

news inserita il 07/02/2011 - da: LUCA SCIACCHITANO

Poi ci si chiede come mai Berlusconi vince sempre le elezioni ipnotizzando un popolo "che vota contro i propri interessi" (cit. Berlusconi)

Riporto per intero i numeri nudi e crudi relativamente all'esposizione televisiva di Berlusconi negli ultimi 10 anni.

Se le televisioni non servissero a nulla perchè possederne 3 e prendersi la briga di essere onnipresente?

"ROMA - È il campione indiscusso della parola. Almeno di quella televisiva. Silvio Berlusconi invade il piccolo schermo, lo intasa di messaggi, telefonate e comizi. Un dato su tutti: negli ultimi dieci anni il Cavaliere ha parlato direttamente agli italiani per più di una settimana. Sommando i passaggi televisivi dei sei leader della sinistra che si sono succeduti dal 2001 ad oggi si arriva appena a un terzo della settimana berlusconiana. E più è in difficoltà, più la sua immagine domina i telegiornali: lo scorso gennaio, ad esempio, la presenza televisiva di Berlusconi è raddoppiata, raggiungendo il tempo record di 160 minuti. Tutti spesi a ribattere, senza contraddittorio, al Rubygate. Cavalca il populismo, e gran parte dei tg si accodano: nel nuovo millennio - nonostante gli sconvolgimenti dello scacchiere geopolitico - è stato dimezzato lo spazio per gli esteri a beneficio della cronaca, utile a instillare paure o desideri nell'elettorato.

Unite tra loro da un filo invisibile, nell'ultimo decennio le parole pronunciate da Berlusconi nei telegiornali Rai e Mediaset formano un monologo di 10.260 minuti. Una settimana abbondante di servizi e interventi (i dati sono stati assemblati da Vidierre, leader europeo nell'analisi e nel monitoraggio sui media). Quasi il triplo di quanto raccolto complessivamente dai capi del centrosinistra che si sono avvicendati dal 2001 al 2010: Rutelli, Fassino, Prodi, Veltroni, Franceschini e Bersani, tutti insieme, hanno parlato "solo" per 3.688 minuti. Due miseri giorni e mezzo. Berlusconi (che nel 2010 ha stracciato Bersani 1.386 minuti a 460) ha parlato il triplo dei presidenti della Repubblica: Ciampi e Napolitano, insieme, in 10 anni si sono espressi in televisione per 3.414 minuti. Stracciato dieci a uno Gianfranco Fini: dal 2004 le sue parole sono arrivate alle orecchie degli elettori per 1.530 minuti. Con un dato medio che la dice lunga: nel 2010 - anno dello strappo con Berlusconi - la sua presenza televisiva è calata. A rigor di logica, vista la sua centralità per la scena politica, sarebbe dovuta aumentare.

Chi invece riesce a battere se stesso è, manco a dirlo, Silvio Berlusconi. Il gennaio 2011 è stato il mese dei record. In gran difficoltà per lo scandalo minorenni, le accuse di concussione e prostituzione, il premier si è tenuto alla larga da conferenze stampa e domande scomode. In compenso ha invaso le case degli italiani. Nel mese del Rubygate tra interventi e videomessaggi il premier ha parlato nei tg per 160 minuti e 12 secondi. Un maratoneta dell'oratoria. La sua media mensile fino al dicembre 2010 era di 85 minuti. Quasi la metà.

Primo da premier, primo da capo dell'opposizione. Illuminante il 2006: a Palazzo Chigi Berlusconi si è alternato con Prodi. Il Cavaliere ha "teleparlato" 837 minuti. Il Professore, che ha guidato il governo per più mesi di Berlusconi, ha raccolto 764 minuti.

Cambia la politica e cambiano i telegiornali. Nel 2001, ad esempio, gli esteri occupavano il 32% dello spazio del Tg1. Nel 2010 la quota è scesa al 14%. Di contro la cronaca è raddoppiata (dal 12 al 25%). E se la cronaca tocca più da vicino speranze e timori degli spettatori-elettori, ci sono poi i servizi di intrattenimento, quelli di pura distrazione. Risulta allora che nel 2010 i telegiornali Rai e Mediaset hanno dedicato ad arte, musica, storia, letteratura, cinema e tv quasi 15.000 minuti, pari al 10% dello spazio informativo. Dieci anni fa i servizi "leggeri" beneficiavano di 5.238 minuti. Con differenze vistose: se il Tg1 preferisce bellezza e fitness, il Tg3 guarda a lavoro e ambiente, mentre Studio aperto ama la cronaca nera e la moda. C'è poi la "personalizzazione" della politica nel decennio berlusconiano: se a inizio millennio le istituzioni nei tg avevano più spazio rispetto ai partiti, nel 2010 il rapporto si è capovolto. "

Fonte: Repubblica.it

 

 

 

© 2010 Luca Sciacchitano
privacy

powered by First Web - segnalato su www.viveretrapani.it