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inserita il 16/11/2010 - da: LUCA SCIACCHITANO
Nella sezione video ho messo l'interessante intervento che ieri sera hanno fatto Bersani e Fini al programma "Vieni via con me" di Fazio-Saviano.
Dico interessante perchè, finalmente, in un panorama politico ambiguo qualcuno è andato di fronte a milioni di italiani a mettere dei paletti. Paletti che sono già memoria storica e domani potranno identificare sia chi li ha elencati, sia l'operato di chi, all'interno di quei recinti ideologici, ha attuato scelte.
In un panorama politico dove prima vai a mignotte e poi pretendi di aprire il forum sulle famiglie. Un panorama dove presenti leggi che prevedono il carcere per i clienti delle prostitute lo stesso legislatore si concede "orge distensive". Un panorama in cui si puniscono pesantemente i piccoli commercianti che magari non emettono lo scontrino e poi si fanno rientrare i capitali all'estero (magari anche quelli del legislatore stessi) con un piccolo dazio del 5%. In un panorama dove i tifosi della politica, sventolando il bandierone erano pronti a non vedere tutte queste contraddizioni, fa piacere vedere finalmente qualcuno che in maniera chiara espone un elenco e dichiara in maniera inequivocabile il proprio "territorio" elettorale, il proprio recinto.
Ma i recinti sono per le pecore, no? E' giusto amare la patria? Certo che è giusto, ma la patria è un concetto. La patria la ami fintanto che la patria ama te e ti rispetta. E' giusto aiutare i più deboli? Certo che è giusto ma aiutare troppo i più deboli significa trasformali in più forti capovolgendo la bilancia dei rapporti di forza.
Diciamo che ci vuole equilibrio, in tutto quello che si fa.
E, se me lo si permette, diciamo anche che i concetti di destra e sinistra sono ormai retaggio di un secolo passato che oggi, o si re-inventano, o non hanno più ragione d'esistere.
Ricondurre i valori della destra al patriottismo ed al nazionalismo è sì poetico, ma non riempie la pancia e non risolve i molteplici problemi del paese. Nel club dei poeti, tali argomentazioni sarebbero in grado di produrre odi di incommensurabile bellezza, ma il debito pubblico galoppa, le tasse aumentano e metastasi di privilegi lobbistici stanno divorando il paese dall'interno.
Allo stesso modo, parlare di ideali di sinistra oggi è estremamente anacronistico. O meglio... era anacronistico fino a qualche anno fa. Oggi gli ideali di sinistra potrebbero essere applicati alla condizione dei lavoratori atipici (i cosiddetti precari) che rappresenterebbero il moderno proletariato.
Ma entrambe le ideologie, entrambi i "recinti" possono risolvere poco o nulla i problemi del paese. Problemi legati alla modernità ed alla velocità con cui si muove il mondo.
Allora, oggi si dovrebbe ragionare, non più in termini di destra Vs. sinistra bensì Progressisti Vs. Conservatori.
Insomma, di questa Italia novecentesca, con gli uffici comunali pieni di di personale anziano, senza turnover, sommersi di faldoni di carta, timbri, moduli e burocrazia, cosa cambiamo e cosa conserviamo?
In quest'Italia con contratti di lavoro con una forbice di diritti che è una voragine, dove alcuni hanno dei contratti blindati vita natural durante ed altri hanno dei contratti che sono dei puri e semplici fogli di carta con un valore pressocchè nullo. Ed in mezzo a questi contratti non c'è nulla: super tutela o nessuna tutela. Cosa cambiamo e cosa conserviamo?
Di un Italia che ha il triplo delle leggi della germania, alcune addirittura risalenti all'800. Leggi che si sovrappongono, che si annullano a vicenda, che creano infinite eccezioni ed infiniti cavilli: cosa cambiamo e cosa conserviamo?
Quindi è inutile, secondo me, nel 2010, parlare di Destra e Sinistra. Perchè tali "etichette", è vero, portano con loro, intrinseche, delle soluzioni. Ma sono soluzioni per problemi che non esistono più nella loro forma originaria. Problemi vecchi mutati dalla modernità se non addirittura spariti e sostituiti da nuovi problemi che arrivano da lontano sulle ali della modernità.
Credo sia ora del superamento del concetto destra/sinistra e guardare al futuro, cercando di migliorare e conservare quello che di buono ci ha lasciato il passato.
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