IL PATTO GENERAZIONALE.

news inserita il 29/11/2010 - da: LUCA SCIACCHITANO

Ovvero: tutti i lavoratori sopra una certa età vanno in pensione e vengono sostituiti da lavoratori disoccupati.

Nell'articolo precedente (che ha avuto un discreto successo) parlavo di come, più che parlare di "giovani", si dovesse parlare di "senza-posto".
E riflettevo sul fatto che la politica avrebbe dovuto liberare i posti attualmente occupati da chi è venuto prima (i cosiddetti "anziani") per creare un posto lavorativo, ma anche sociale, ai giovani "senza-posto".
Stiamo parlando di 20 milioni di lavoratori dipendenti in Italia, ovvero 20 milioni di posti di lavoro.

Fermo restando che la mia indole mi porta a preferire il crearsi un posto piuttosto che "farselo dare", posso comprendere il fatto che non tutti nascano imprenditori o abbiano la voglia rischiare per diventarlo.

Ebbene, il patto generazionale da me pensato potrebbe essere applicato già domani mattina.

Si decide che alla data del XX/XX/2011 tutti i lavoratori dipendenti che abbiano compiuto i 55 anni alla data dell'entrata in vigore, vengano pensionati.
TUTTI: dallo spazzino al Senatore della Repubblica.
Su 20 milioni di posti di lavoro se ne libererebbero 6-10 milioni (purtroppo per me e per voi non sono al ministero quindi non ho i dati precisi)

Questa è la prima parte del patto fra generazioni e tutto sommato non è neanche una faticaccia per i neo pensionati iniziare finalmente a godersi la vita dedicandosi alla propria famiglia ed ai propri hobbies.

Qualcuno a questo punto potrebbe obiettare che, con tale carico pensionistico, il sistema previdenziale italiano andrebbe in tilt!

E qui entra la seconda parte del patto.
Ovvero, i 6-10 milioni di neo-assunti si impegnano (vengono costretti più che altro), per la durata di 5 anni a subire una trattenuta sul proprio stipendio di 1/3 proprio per far fronte al maggiore carico previdenziale.

Insomma, per farla breve: gli anziani vanno in pensione a 55 anni ed i giovani gli pagano la pensione.

Si tratta, per l'appunto di un PATTO.
Dove entrambe le parti devono cedere qualcosa ed entrambe le parti ci guadagnano qualcosa.
Cedere 1/3 del proprio stipendio per 5 anni non è così brutto come si possa credere.
Infatti, per chi ancora non avesse fatto 2 conti, un impiegato statale guadagna 1200 euro al mese. Il neo-assunto si troverebbe un contratto a tempo INDETERMINATO da 700 euro al mese per 5 anni con uno scatto automatico di 400 euro dopo 5 anni.
Parliamo di disoccupati che percepiscono 0, parliamo di commesse che percepiscono 400 euro al mese in nero per lavorare 7/7, parliamo di cassaintegrati che percepiscono 700 euro al mese.
Parliamo di operatori di call center con contratti precari.

Con il patto generazionale i neo assunti sacrificherebbero 400 euro al mese per 5 anni, ma avrebbero un contratto a tempo indeterminato.
Di contro, gente che lavora da una vita, potrebbe finalmente iniziare a godersi la vita, la famiglia, la propria casa, la propria città.
Ad entrambe le generazioni regaleremmo una parolina: piccola ma importante.
Il futuro.

 

 

 

© 2010 Luca Sciacchitano
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